|
1) Che cosa vuol dire per te fotografare?
Tutto! Amo la fotografia in tutte le
sue forme, credo sia il mezzo più immediato
per trasmettere le proprie emozioni. Quando
sono con la macchina fotografica, mi sento
una persona diversa, sono pronto a cogliere
l'attimo che sarà per sempre catturato dai
miei occhi e dal mio cuore...
2) Quando hai scoperto la tua passione per
la fotografia?
Credo da quando avevo 16 anni, o giù
di lì... ora non ricordo bene... ricordo
però che all'inizio lasciai subito stare,
pensavo di non avere niente a che fare con
tutti quei numeri, tempi di otturazione,
diaframmi, per erano parole dal suono
"strano"...poi... l'amore immenso per la
fotografia... Fortunatamente, mi ha fatto
capire che "pensavo male" e che avrei potuto
superare ogni difficoltà.
3) La tua più bella avventura
fotografica....
Tante... tutte....e comunque sempre
l'ultima, in questo caso Auschwitz. In quel
luogo, il tempo aveva perso il suo
significato... ero solo io... i block... il
reticolato...
4) Soggetti preferiti?
Sai, io amo fotografare la gente per
strada, le cosiddette "street", i miei
soggetti preferiti sono i vecchi, e i
bambini, entrambi, chi all'inizio, chi alla
fine della vita, aprono e chiudono il
cerchio della vita....ma amo anche
fotografare il jazz, i musicisti di jazz,
persone meravigliosamente umili....
5) A proposito del tuo ultimo reportage
fotografico su Auschwitz: sei partito verso
la Polonia di tua iniziativa o sei stato
invitato?
In effetti sono stato invitato a
tenere una mostra fotografica, dalla società
"Dante Alighieri" con sede a Katowice,
nell'ambito di scambi socio-culturali tra
Italia e Polonia. La mostra dal Titolo
"Jazz-Fragmenty" si tenne a Katowice. Ora
Katowice è ad appena 40 km. di distanza da
Oswiecim, Auschwitz. Ricordo che era martedì
25 settembre il giorno in cui partii dalla
stazione. Stavo per realizzare uno dei
progetti fotografici a cui tenevo di più.
Fotografare Auschwitz e far percepire tutto
l'orrore che vi era stato perpetrato.
6) Che cosa hai pensato - o sentito - quando
hai visto il campo di sterminio da lontano?
Ad Auschwitz I o per meglio dire
Auschwitz Museum, fino a che non passi sotto
"Arbeit Macht Frei" nemmeno ti rendi conto
di esserci. Vedi questa scritta, vedi anche
ciò che ci sta dopo....eppure, appena ci
passi sotto, tutto rimane alle tue spalle,
ed entri in non-mondo, entri in qualcosa che
sai già, non riuscirai a raccontare. Non a
caso la mostra fotografica che terrò il 16 e
17 febbraio a Sparanise, mio paese natale,
ha il titolo "Block 11 - Viaggio nella
Inenarrabilità di Auschwitz"
7) C'è la foto di un ragazzino, con gli
occhi sgranati, ora pubblicata sulla home
page del sito www.arteconvivio.it ,
raccontala a parole; mi spiego meglio: fai a
quella foto una fotografia, ma invece di
usare la macchina fotografica di' quello che
senti...
Alle pareti del corridoio del Block
11, ci sono centinaia di fotografie dei
prigionieri, scattate dai tedeschi. Guardavo
queste foto con timore. Man mano che
camminavo tra queste, aumentava il mio senso
di vuoto, montava dentro di me un'angoscia
mai sentita e provata prima. Poi davanti a
questa foto, davanti a questi occhi, mi sono
bloccato, ero come paralizzato, avevo dentro
di me, la stessa paura che aveva sentito il
ragazzo ritratto... Impossibile descriverti
le mie emozioni....impossibile.
8) Che cosa ti ha insegnato Auschwitz?
Che tutto questo, se non si sta in
guardia, può accadere di nuovo, La shoah è
stata messa in atto da una delle nazione più
civilizzate d'Europa, una nazione come la
Germania, cha ha dato i natali a poeti,
scrittori, musicisti, scienziati... sì...
credo che l'insegnamento sia questo... stare
attenti ad ogni sintomo di antisemitismo....
9) Che cosa hai imparato dalla fotografia?
Ad avere rispetto per le persone che
fotografo, e quindi per il mondo in cui
vivo. Mi ha aiutato a crescere...
10) Che cosa vuol dire per te "rispetto"?
Cara Astrea, dopo aver "visto" e
"sentito" quel posto dentro di me, l'unica
definizione che posso dare della parola
"rispetto" è "amore" per l'umanità intera.
Ecco, credo si questa parola, dal suono così
limpido e meraviglioso, ad essere mancata
nei cuori della gente, in quegli anni così
bui.
Ti ringrazio, Antonio, per la tua
disponibilità; suggerisco comunque, a
chiunque legga, di visitare il sito
www.antoniomanno.it , una
vera miniera di immagini straordinarie.
Ancora grazie e un saluto a tutti - Astrea
Amaduzzi per www.arteconvivio.it
|
|