ARTECONVIVIO pubblica su permesso dell'autore le foto di ANTONIO MANNO su Auschwitz

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Pubblichiamo in esclusiva l'intervista rilasciata dal fotografo Antonio Manno
l'8 febbraio 2008 per www.arteconvivio.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1) Che cosa vuol dire per te fotografare?
Tutto! Amo la fotografia in tutte le sue forme, credo sia il mezzo più immediato per trasmettere le proprie emozioni. Quando sono con la macchina fotografica, mi sento una persona diversa, sono pronto a cogliere l'attimo che sarà per sempre catturato dai miei occhi e dal mio cuore...

2) Quando hai scoperto la tua passione per la fotografia?
Credo da quando avevo 16 anni, o giù di lì... ora non ricordo bene... ricordo però che all'inizio lasciai subito stare, pensavo di non avere niente a che fare con tutti quei numeri, tempi di otturazione, diaframmi, per erano parole dal suono "strano"...poi... l'amore immenso per la fotografia... Fortunatamente, mi ha fatto capire che "pensavo male" e che avrei potuto superare ogni difficoltà.

3) La tua più bella avventura fotografica....
Tante... tutte....e comunque sempre l'ultima, in questo caso Auschwitz. In quel luogo, il tempo aveva perso il suo significato... ero solo io... i block... il reticolato...

4) Soggetti preferiti?
Sai, io amo fotografare la gente per strada, le cosiddette "street", i miei soggetti preferiti sono i vecchi, e i bambini, entrambi, chi all'inizio, chi alla fine della vita, aprono e chiudono il cerchio della vita....ma amo anche fotografare il jazz, i musicisti di jazz, persone meravigliosamente umili....

5) A proposito del tuo ultimo reportage fotografico su Auschwitz: sei partito verso la Polonia di tua iniziativa o sei stato invitato?
In effetti sono stato invitato a tenere una mostra fotografica, dalla società "Dante Alighieri" con sede a Katowice, nell'ambito di scambi socio-culturali tra Italia e Polonia. La mostra dal Titolo "Jazz-Fragmenty" si tenne a Katowice. Ora Katowice è ad appena 40 km. di distanza da Oswiecim, Auschwitz. Ricordo che era martedì 25 settembre il giorno in cui partii dalla stazione. Stavo per realizzare uno dei progetti fotografici a cui tenevo di più. Fotografare Auschwitz e far percepire tutto l'orrore che vi era stato perpetrato.

6) Che cosa hai pensato - o sentito - quando hai visto il campo di sterminio da lontano?
Ad Auschwitz I o per meglio dire Auschwitz Museum, fino a che non passi sotto "Arbeit Macht Frei" nemmeno ti rendi conto di esserci. Vedi questa scritta, vedi anche ciò che ci sta dopo....eppure, appena ci passi sotto, tutto rimane alle tue spalle, ed entri in non-mondo, entri in qualcosa che sai già, non riuscirai a raccontare. Non a caso la mostra fotografica che terrò il 16 e 17 febbraio a Sparanise, mio paese natale, ha il titolo "Block 11 - Viaggio nella Inenarrabilità di Auschwitz"

7) C'è la foto di un ragazzino, con gli occhi sgranati, ora pubblicata sulla home page del sito www.arteconvivio.it , raccontala a parole; mi spiego meglio: fai a quella foto una fotografia, ma invece di usare la macchina fotografica di' quello che senti...
Alle pareti del corridoio del Block 11, ci sono centinaia di fotografie dei prigionieri, scattate dai tedeschi. Guardavo queste foto con timore. Man mano che camminavo tra queste, aumentava il mio senso di vuoto, montava dentro di me un'angoscia mai sentita e provata prima. Poi davanti a questa foto, davanti a questi occhi, mi sono bloccato, ero come paralizzato, avevo dentro di me, la stessa paura che aveva sentito il ragazzo ritratto... Impossibile descriverti le mie emozioni....impossibile.

8) Che cosa ti ha insegnato Auschwitz?
Che tutto questo, se non si sta in guardia, può accadere di nuovo, La shoah è stata messa in atto da una delle nazione più civilizzate d'Europa, una nazione come la Germania, cha ha dato i natali a poeti, scrittori, musicisti, scienziati... sì... credo che l'insegnamento sia questo... stare attenti ad ogni sintomo di antisemitismo....
 
9) Che cosa hai imparato dalla fotografia?
Ad avere rispetto per le persone che fotografo, e quindi per il mondo in cui vivo. Mi ha aiutato a crescere...

10) Che cosa vuol dire per te "rispetto"?
Cara Astrea, dopo aver "visto" e "sentito" quel posto dentro di me, l'unica definizione che posso dare della parola "rispetto" è "amore" per l'umanità intera. Ecco, credo si questa parola, dal suono così limpido e meraviglioso, ad essere mancata nei cuori della gente, in quegli anni così bui.

Ti ringrazio, Antonio, per la tua disponibilità; suggerisco comunque, a chiunque legga, di visitare il sito www.antoniomanno.it , una vera miniera di immagini straordinarie. Ancora grazie e un saluto a tutti - Astrea Amaduzzi per www.arteconvivio.it
 

 

 

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